Attacco dei tribunali spagnoli contro la scuola in Catalano

Attacco dei tribunali spagnoli contro la scuola in Catalano

di Franciscu Pala

Sabato 18 dicembre 2021, la piattaforma Som Escola chiama alla mobilitazione contro la sentenza che ha imposto un minimo del 25% per le classi in castigliano in una scuola catalana e contro la decisione del Tribunale Supremo spagnolo che ha esteso questa percentuale a tutte le scuole della Catalogna. L’iniziativa, alla quale aderisce anche Omnium Cultural, è contro le aggressioni alla lingua, al modello scolastico e al sistema di “immersione linguistica”.

Migliaia di persone sono scese in piazza per difendere il modello di scuola catalana assieme a molte realtà culturali, sociali ed educative. La risposta della società civile è stata forte. Omnium Cultural ha chiesto che le istituzioni catalane agiscano con lo stesso grado di intensità in quanto il modello di scuola catalana è garanzia di coesione sociale e ha il supporto del complesso della società catalana. “Gli attacchi politici e giudiziari contro il Catalano – si legge in una nota – rispondono alla volontà di rendere minoritaria la nostra lingua in tutti gli ambito sociali. I tribunali non sono cosa da bambini e la scuola non è cosa per giudici”.

TRIBUNALI LONTANI E IGNORANTI
Il ministro dell’Istruzione catalano, Josep Gonzalez-Cambray, parteciperà alla manifestazione e ha dichiarato che il modello linguistico della scuola catalana sarà aggiornato ma senza percentuali. Durante una conferenza stampa il ministro ha ricordato che il modello linguistico catalano è stato costruito sulla base di una grande coesione sociale e ha garantito che, alla fine dei corsi di studio obbligatori, tutti gli alunni padroneggiano tanto il Catalano quanto il Castigliano. Inoltre ha affermato che l’apprendimento di entrambe le Lingue non è una questione legata alle percentuali e che nei moderni sistemi educativi l’apprendimento si basa sull’interazione tra alunni invece che sul classico modello di lezione. “Dobbiamo sottolineare – dice il ministro catalano – l’assenza di un reale conflitto su questo tema. Non siamo di fronte a un conflitto linguistico ma assistiamo al conflitto di alcuni tribunali che prendono decisioni senza sapere quel che succede nei centri educativi del nostro paese”. Il ministro ha inoltre ricordato che dal 2005 solamente ottanta famiglie hanno chiesto di far frequentare ai propri figli classi in Castigliano.
In modo diametralmente opposto alla linea dei tribunali spagnoli il ministro catalano ha rivendicato la necessità di aumentare l’uso sociale del catalano tra gli alunni, dinamica che in questi ultimi anni sta vivendo una parabola discendente. “Abbiamo bisogno di un nostro Stato per non dover dipendere dalle decisioni di giudici che si pronunciano su sistemi educativi che non conoscono”.

Manifestació de Som Escola 18.12.2021 Foto: Albert Salamé / VWFoto

ARGINARE LA PERDITA DI PARLANTI
La ministra della Cultura catalana, Natalia Garriga ha definito le decisioni spagnole come “un grave attacco alla scuola catalana da parte di un tribunale lontano e ignaro della realtà dei centri educativi”. Ha aggiunto che le scuole non dovranno cambiare niente dei loro progetti linguistici: “continueranno a lavorare come hanno fatto finora, noi li appoggiamo e siamo al loro fianco”. Ha inoltre annunciato un nuovo piano di promozione del catalano nelle scuole per arginare la perdita di parlanti. Il piano è basato su una ricerca che ha stabilito che solamente il 46,8% dei professori della scuola secondaria obbligatoria per alunni dai 12 ai 16 anni si rivolge agli studenti in catalano.

La ricerca statistica dice che nel 2006 il 56% degli alunni si rivolgeva ai professori sempre o quasi sempre in catalano, nel 2021 questa quota è scesa al 29,4%. Nei lavori di gruppo durante i quali gli studenti si relazionano tra loro senza l’intervento del docente nel 2006 il 67,8% parlava sempre in catalano mentre nel 2021 la cifra è precipitata al 21,4%.

Manifestació de Som Escola 18.12.2021 Foto: Albert Salamé / VWFoto

LE REAZIONI
Il governo catalano ha convocato un incontro con le associazioni e gli enti che lavorano per la difesa del catalano al quale parteciperà il presidente della Generalitat Pere Aragones.

L’Assemblea Nacional Catalana (ANC) ha aderito alla manifestazione ma ha chiesto che il tono dell’iniziativa sia più marcatamente politico. Lo slogan scelto dall’Assemblea è infatti “Per il futuro del Catalano e della scuola catalana, indipendenza”.

La Piattaforma per la Lingua ha avvertito che la sentenza del Tribunale Supremo spagnolo va contro la Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie ratificata dallo Stato spagnolo con l’impegno di rendere possibile l’insegnamento nelle Ligue regionali o minoritarie. Inoltre l’associazione ha affermato che lo Stato spagnolo deve fare il possibile affinché tutti gli studenti che lo vogliono possano studiare in un sistema immersivo integralmente catalano, così come sottolinea il Comitato di Esperto che vigila sul compimento della Carta Europea.

Da parte di Omnium Cultural si ricorda che l’associazione nasce per difendere la cultura e la lingua catalane dagli attacchi dello Stato: “siamo nati più di 60 anni fa durante il franchismo per difendere il catalano e lo continueremo a fare”.